Alla grotta di Arnoldo Risma si presentò un ragazzino. Il pomeriggio stava prendendo le sembianze della sera e Arnoldo era seduto al tavolo a leggere qualcosa di divertente, a giudicare dal sorriso che gli riempiva la faccia. -Puoi entrare- disse al ragazzino, visto che quello non si decideva a farsi avanti. Il ragazzino entrò, la faccia di un preoccupante colore a metà strada fra il rosso e il bordeaux, e si presentò: -Ciao, io sono Melguer, tu se/- Arnoldo lo interruppe: -Melguer? Mmh… Aspetta, chi è tuo pa…- si bloccò improvvisamente, gli occhi spalancati come se avesse appena avuto un’intuizione sconvolgente: -Cazzo, sto invecchiando… Scusa per il “cazzo” ma tanto l’avrai già sentito… e in ogni caso prima o poi l’avresti sentito comunque. Dimmi allora, chi è tuo padre?-. -Mio padre si chiama Giobelù-. -Aspetta, Giobelù quello dei Dentisti o quello dei Lustrascarpe?-. -Quello dei Lustrascarpe, noi stiamo nella piazza vicino all’Orto, sai, dove c’è la fontana, e stiamo lì da quando il bisnonno è arrivato qui dal Granducato, sai, lui lustrava le scarpe a tutto il Palazzo però poi l’hanno mandato via perchè aveva scoperto tutti i segreti che giravano là, e allora è venuto qui e tutta la famiglia è andata lì in affitto da quelli dei Bottigliai e poi, sai, quando l’ultimo dei Bottigliai è diventato troppo vecchio il nonno si è comprato la casa e tutti i campi tranne quello dove ci sono le rovine della chiesetta, e adesso nessuno può mandarci via da là e mio padre fa il formaggio per tutto il pae/-. -Ehi, ma vuoi fermarti un momento, sì o no?- disse Arnoldo afferrandogli un polso, e scrisse poi qualcosa su un foglietto lurido che aveva raccolto da terra, che infilò nel libretto che stava leggendo, a mo’ di segnalibro. Il suo telefonino vibrò come un calabrone troppo cresciuto per tre secondi abbondanti, roteando e spostandosi verso il bordo del tavolo; Arnoldo lo prese in mano e gli diede un rapido sguardo svogliato, poi lo posò dove l’aveva raccolto. Sorrise per qualche misterioso motivo e mentre sorrideva si rivolse a Melguer: -Come ti sembro? Sono come te l’aspettavi?- e il suo sorriso si allargò grottescamente quando vide l’imbarazzo sulla faccia del ragazzino, che aprì la bocca ma non fu in grado di dire niente. -Non aver paura, non ti mangio mica, cosa ti hanno detto di me?-. Melguer, senza che la tonalità di rosso che gli copriva la faccia si degnasse di schiarirsi, rispose incerto: -In paese dicono che sei una… cioè che sembri una scimmia-. -E tu, cosa dici, sembro una scimmia?-. -Beeh, sì… cioè, un po’ sì-. Arnoldo si alzò in piedi con uno scatto, sbattè entrambi i pugni sul tavolo e gli gridò in faccia: -Ah, è così allora! Vieni qui da me, io nemmeno ti conosco, vieni qui e mi dici che sembro una scimmia!-. Il ragazzino fece un saltello all’indietro, si guardò in giro come a cercare aiuto e i suoi piedi, uno ancora rivolto all’interno della grotta e l’altro puntato quasi verso l’uscita, raccontavano bene cosa stava succedendo dentro la sua testa. Ma l’uomo era ancora fermo al di là del tavolo, e di nuovo prese a sorridere: -Questo mi dici, e senza neanche avermi visto camminare!- sembrava di nuovo calmo. Melguer era chiaramente turbato, forse pensava ai matti e al loro carattere imprevedibile mentre fissava l’uomo: questi aveva una fronte molto bassa, e gli occhi marroni stretti e infossati; il naso era largo e schiacciato come non ne aveva mai visti da quelle parti e la sua ampia bocca era contornata da labbra più grosse del dovuto, specialmente il labbro inferiore; infine era indecentemente peloso, aveva un unico lungo sopracciglio peloso, aveva peli sul collo e sulle mani (anche sui palmi!), perfino i suoi capelli sembravano peli, e la sua barba era un folto e disordinato mucchio di peli grigiobianchi. Arnoldo si voltò e si addentrò nella grotta, così il ragazzino capì ciò che intendeva dire: l’uomo teneva la schiena leggermente inclinata in avanti e le gambe un po’ piegate, come se non riuscisse a raddrizzarle del tutto, così che le sue braccia più lunghe del normale quasi toccavano terra; se da quella specie di sacco che gli faceva da vestito si fosse vista uscire una lunga coda prensile nessuno se ne sarebbe potuto meravigliare. Arnoldo ritornò con in mano un alto sgabello che un tempo lontano era stato dipinto di blu, fece il giro del tavolo e glielo posò di fronte: -Dàì siediti che scherzavo. Lo so bene che sembro una scimmia, perchè dovrei arrabbiarmi, non ci posso fare niente. Però devi starci attento con la verità, non puoi buttarla sempre in faccia alla gente-.
Mentre Melguer si arrampicava sullo sgabello, Arnoldo ritornò dalla sua parte del tavolo: -Allora, perchè sei qui?- chiese al ragazzino. -Perchè mi ha mandato la mamma, lei dice che anche se sei… cioè, anche se sembri una scimmia però sei una persona importante, che tutti quelli che contano sono stati da te a chiederti cosa fare quando non sapevano cosa fare, lei dice che sei autorizzabile perchè dici solo cose giuste, però lei non è mai stata da te e mi ha detto che se invece veniva qua allora magari riusciva a trovare qualcosa di meglio in città e a sposare qualcuno di importante, però mi ha detto di non dirlo a papà, che era un segreto fra noi due, e poi mi ha detto che in realtà non è sicura di nessuno in paese se è venuto quassù da te o no, tranne una sua cugina, che poi è la figlia di suo zio quello tirchio che ha venduto tutto prima di schiattare e i soldi li ha nascosti in un buco per terra, che poi nessuno li ha mai trovati, hai presente no? quello magro magro che portava a spasso l’oca col guinzaglio- Arnoldo non mosse un muscolo della faccia e rimase invece a fissare il ragazzino senza aprir bocca, mentre intanto con una mano aveva afferrato il telefonino e lo sbatteva piano contro il tavolo, lentamente e con ritmo costante, un segnale inequivocabile che però Melguer, forse troppo inesperto o troppo insensibile agli umori del pubblico, ignorò- insomma quello zio lì aveva sette figli e la penultima era quella cugina di mamma, e lei te la ricordi per forza perchè è stata qui quando io non ero ancora nato e quello che gli hai detto però lei non l’ha raccontato a nessuno, però quando è diventata abbastanza grande è andata via dal paese, è andata in città e ha fatto i soldi, e poi è anche famosa perchè scrive sui giornali, ma mica i giornali che stampano qui di fianco alla canonica, i giornali quelli che li portano anche nel Granducato, e qualche volta si vede anche in televisione, la conosci per forza, dài, e la mamma dice che anche se non sei davvero autorizzabile almeno porti bene, anzi dice se puoi venire giù da noi, quando ti va, che ti facciamo sedere un po’ in giro per la casa che non si sa mai, e se vuoi ti facciamo anche una foto con noi insieme a te e ci facciamo un quadro e lo appendiamo in salotto, che poi gliela facciamo vedere a quelli che vengono a trovarci e vediamo che faccia fanno… Cosa ne dici?-. Arnoldo stava ancora sbattendo il telefonino come prima, solo che la sua bocca si era leggermente piegata all’ingiù, cosa di cui non si era però accorto (tantomeno se n’era accorto Melguer): -Ce l’hai fatta, avevo paura che non ti fermassi più. Sai, stavo pensando di parlarti della pazienza, ma rischio di calpestare i miei stessi consigli, perciò è meglio che parliamo dell’amicizia. Prima però ti dico che non verrò a casa vostra a fare il talismano, dì così a tua madre, d’accordo?- L’altro annuì, perciò Arnoldo proseguì: -Un’altra cosa: se la cugina di tua madre ha avuto successo è merito suo e non certo mio, che non so ancora abbastanza per potermi permettere di insegnare. E non ti sei mai chiesto perchè vivo quassù da solo? No, non rispondermi a questo, pensaci quando ritornerai a casa. Adesso ti farò delle domande, ma tu devi promettermi che mi risponderai brevemente, non serve che mi racconti la storia della tua vita, va bene?-. -Va bene, sai, anche i maestri a scuola mi dicono… ops! Scusa-.
Te lo dissi già molto tempo fa, i tuoi scritti mi fanno pensare a Jack e al suo flippare nei territori! DEVI ASSOLUTAMENTE leggere il Talismano del King! Doppio applauso…tra i tanti pregi del pezzo, ho apprezzato molto l’uso reiterato di “sai” e di “qui” e “lì” nel flusso di coscienza di Melgeur…eccellente Smithers ECCELLENTE
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Hai ragione, DEVO leggerlo (pensa che ho letto La casa del buio… -me l’avevano regalato- e mi ha preso proprio). E’ che vorrei leggere tutto di King ma poi mi trattengo non so perchè… per dire, Misery l’ho letto solo il mese scorso!
Sinceramente, non mi ricordavo che me l’avessi detto, devo fidarmi della tua parola? (La parola di un’avvocato poi! 😀 )
Complimenti esagerati, è una cosetta carina e nulla più, però mi son divertito a scriverla e questo è bene, sìsì 😉
Ogni bene 🙂
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E’ vero compare! Mi ricorda proprio il Talismano dello zio Steve! Gran bel libro…
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Azzz compare non sapevo pure tu leggessi lo zio!! Ma quanto erano belli i suoi libri vecchi? 😁
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Io ho letto TUTTI i libri dello zio… Il top per me è 22/11/63 ma i primi sono autentici capolavori…😉
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PURE IO!!! Maddaiiiii non ci possono credere! Mmm 22/11/63 mi ha intrigato tantissimo ma proprio tanto… anche se per me L’ombra dello scorpione, It e la saga della Torre Nera rimangono inarrivabili!
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Sono d’accordo… Ha uno stile unico… Non dimentichiamo Insomnia…😉
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Nooo Insomnia è stato il primo che lessi. Mi attirò per la copertina bianca e rossa senza immagini 😂
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Buongustaio! Le tre parche… Geniale… Ora sto leggendo l’ultimo… “Chi perde paga”… Inizio bruciante… Promette bene anche se mi sembra un po’ copiato da Misery… 😉
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Uh sai che manco sapevo fosse uscito! Si vede che non vado da molto in libreria 😂
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l’ho appena iniziato ma promette bene… dai che la prossima volta ci entri da autore… 😉
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… Non vedo l’ora di leggere la seconda parte… Che bello… Com’è scritto, le cosine che ci sono tra le righe, i personaggi, l’ambientazione… UUUU…. Micipiaceunbelpo’…. 🙂
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Potrei lasciarti a lungo nell’attesa, giusto per dimostrare la mia spietatezza… Eheheh
E’ una cosetta carina no? 😉
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In effetti potresti… E io potrei bombardarti di commenti idioti… Tanto per dare prova della mia noiosaggine… Fino a quando stremato non ti deciderai a pubblicare la seconda parte 😛
Cosa intendi per “cosetta”? … L’essere spostato mancounpo’….il racconto e mooolto più di una cosetta… 🙂
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Il racconto è proprio una cosetta… però carina dài 😉
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Io lo trovo più di una cosetta… E più che carino… Ma tanto i complimenti non li accetti… Mmmmmm…
😉
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😛
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Ppppppprrrrrr
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Ebbravo il Risma che assomiglia incredibilmente al tuo Gravatar! 😉
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Si nota eh? 😉 Perchè nel blog vecchio ero partito simulando di essere il Risma (infatti si chiamava arnoldorismaesistedavvero), poi l’avevo fatto morire e ne avevo preso il posto, poi mi ero fatto morire e il comando l’avevo affidato a una apposita commissione europarlamentare… insomma ero finito in un vicolo cieco! Però al Gravatar mi sono affezionato e l’ho tenuto… per adesso… 😉
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Tutto mi è chiaro ora!
Importante sapere queste cose!
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Vero?
Pensa che avevo persino pubblicato lo statuto dell’Altissima Nonchè Altezzosa Commissione Europarlamentare per le Pubblicazioni a Mezzo Virtuale Inutili Irresponsabili e Introflesse… 😮
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Ah, il noto ANACEPMVIII!
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Esatto! Interviene quando un blog è lasciato a sè stesso
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Giustamente!
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Qualcuno lo deve fare!
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Mi sembra il minimo!
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Anche a me!
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Bene!
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Eh!
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Eh!
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Proprio così!
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Molto bello il Risma! Mi e’ piaciuto molto l’avvertimento a non sbattere sempre in faccia la verità… da tener sempre presente. Temevo come al solito per il bambino, ma stavolta se l’è sfangata. Attendo anch’io la prossima puntata!
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Ha un certo fascino, vero? 😀 Magari non sarà particolarmente saggio, ma qualcosa sembra l’abbia imparata… 😉
Quello che succederà si vedrà…
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Quanto capisco la povera scimmia )-;
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Davvero? Non mi dirai che gli assomigli!? 😮
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Ho delle braccia notevolmente lunghe e come barba e capelli non scherzo! A breve aggiornerò la mia immagine dell’avatar e vedrai, o se vedrai XD
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Un po’ mi spaventa ‘sta cosa! 😮 😀
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No dai ivanottoh! Ma sto racconto é bello proprio guarda… Mentre lo leggevo gustandomi tutto ed ogni descrizione e dialogo non vedevo l’ora di arrivare alla fine per capire il risvolto e perô mo ti debbi sbrigâ sannô muoro!
Davvero davveto hai reso l’idea di tutto e sembava di essere li con loro!
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…e pensare che l’unica descrizione è quella del Risma!
Domani dài, domani arriva il resto…
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Evvaiiiiiii! Si ma da come hai scritto sembra proprio di essere li con loro.!
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Si vede che hai una buona immaginazione 😉
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O si vede che hai scritto una cosa molto bella che ci ha tenuti anche col fiato sospeso!
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Sarà che lo guardiamo da un punto di vista diverso, e allora basta un riflesso del sole ad abbagliare… 😉
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E ammazza!ma il sole abbaglia lo scrittore o i lettori scusa? A me pare un bell’abbaglio!
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Chi lo sa! 😉
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Mi lasci con gli interrogativi pure tu mo?
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Perchè no? 😛
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Perche poi rimango accuriosata e dormo male!notte notte!
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Ma no dài, non pensare a queste cosette e dormi serena… ‘notte e ogni bene 🙂
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Vabbuo va solo lerche ho sonno senno venivo a torturarmi cosi mi rispondevi!notte e ogni bene a te!
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Già, che peccato… 😛
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Se vuoi ti torturo domani cosi non ci rimani male! Notte davvero!
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Ari-‘notte 🙂
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Appassionante! Ora passo a leggere la seconda parte ma è davvero originale. Come ho risposto sopra ad Avvo devi leggerti “Il Talismano” di King…. in effetti ricorda molto quello stile…e questo non è roba da poco, eh?
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Guarda, sarebbe deludente se quel libro ricordasse davvero molto questo mio stile, dal King d’annata mi aspetto molto molto (ma proprio molto) di più, e credo proprio che così sarà…
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tranquillo Ivà…ci sono davvero molte differenze, ma lo stile futuristico è quello… il King d’annata è insuperabile ma anche qualcuno di quelli recenti non è affatto male… 😉
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Dici eh? Mi sa che oltre a Il talismano e a L’ombra dello scorpione devo leggere anche 22/11/63… Guarda che mi fido di voi due eh! 😉
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eh si caro Ivano, è un tris da non perdere assolutamente…non resterai insoddisfatto 😉
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Bene 🙂
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