Già da tempo il misantropo aveva preso in antipatia quegli alberi, che vedeva tutti i giorni appena uscito dal cancello di casa: ogni primavera riprendevano vita, quei maledetti. Ogni inverno una parte del suo cuore scuriva e poi moriva, ma in primavera mica rinasceva.
Forse anche a causa delle sue maledizioni quegli alberi si seccarono e morirono tutti. Una goccia di nera gioia andò a mischiarsi al suo sangue, ma durò poco: ora che tutti i giorni li vedeva morti li invidiava ancóra di più.
Gli bastò qualche strattone alla corda supportato dalle consuete bestemmie per avviare la motosega. Il misantropo si avvicinò, gli occhi come finestre su un vuoto sterminato.
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Tutti gli articoli per il mese di marzo 2022
Lasciatemi vegetare
buttato sulla riva
di un fiume seccato
guardando passare
un altro déjà vu
Una mano per salvarmi
gli occhi dalla luce
scagliata dal cielo
l’altra per scavarmi
offrendo alle mie spine
aliene ad ogni rosa
sorgenti rigogliose
di torrenti rosso acceso
Lasciatemi vegetare
richiudermi di fretta
fingere che basti
a guarirmi da me
ma ecco altre ore
interminabili e stanche
sognando il rintocco
dell’ultimo tum.
Sono troppo ignorante anche solo per accettare o rifiutare le premesse alla tua domanda, figurarsi rispondere... Dico solo che mi…