Le cose non spariscono da sole, lo sanno tutti, e le paperelle da bagno non si comportano in maniera stravagante. Ma adesso Davide deve trovare un modo per accordare queste affermazioni agli avvenimenti dell’ultima settimana, un modo razionale e che possibilmente escluda un suo disturbo psichico.
Se in quella settimana ha fatto tutto il possibile per tenere alla larga ogni eventuale ospite (persino sua madre, persino Ilaria) non è perché le cose hanno cominciato a sparire ma a causa di tutte quelle paperelle, però ciò che lo preoccupa di più non sono le paperelle ma le sparizioni.
La paperella sembra lì sul tavolo ma Davide sa che se provasse a prenderla le sue mani la attraverserebbero, ha perso il conto di quante volte gli è già successo. Lui possiede una e una soltanto paperella, che tiene ben nascosta dentro a una scatola dentro a una borsa di plastica dentro a un mobiletto del bagno, ma ora gli càpita di ritrovare paperelle ovunque. Tutte finte, tutte illusioni.
È quasi sicuro che nessuno le possa vedere tranne lui, perciò in teoria non dovrebbe preoccuparsi a ricevere persone. Ma se invece le vedessero? Molto meglio tenersi il dubbio, mentre attende di verificare l’accuratezza della sua autodiagnosi (ragionevolmente plausibile e rassicurante, com’è giusto che sia): stanchezza. Da più di un mese lavora dodici-tredici ore al giorno, sei giorni su sette, e ormai è giunto pure il periodo dell’anno in cui il giardino reclama le sue attenzioni. Se tutto andrà come previsto quella situazione durerà una sola settimana ancòra, poi si tornerà alla normalità e allora potrà darsi una risposta più informata.
Guarda la paperella sul tavolo. È affascinante l’accuratezza della riproduzione, nelle illusioni l’unica differenza rispetto all’originale sta nella faccia: non la solita neutra espressione ebete, ma una gran varietà di sentimenti, in quel caso lo stupore. Quella sopra la televisione invece sembra annoiata, altre due che se ne stanno sul ripiano lì a lato sono chiaramente terrorizzate, tanto che Davide si volta a controllare dietro di sé, giusto per sicurezza: tutto normale, sempre che si possa considerare normale la scia di paperelle che dal divano del salotto prosegue oltre la sua visuale lungo il corridoio verso la camera da letto. Si volta di nuovo e sbuffa mentre prova ad afferrare la paperella sul tavolo: le sue mani la attraversano e quella svanisce. Forse svanirebbero da sole dopo un po’ ma non riesce a starle a guardare senza fare niente, deve deve deve agire. A quelle nel corridoio penserà poi ma le tre rimaste in quella stanza non intende farle aspettare.
Si alza di scatto dalla sedia, osserva distrattamente i troppi spazi vuoti sopra i pensili della cucina e poi abbassa gli occhi sul biancore dei pensili stessi, e accade di nuovo: ha le vertigini, gli sembra che la superficie dei pensili sia attraversata da piccole ondulazioni, come se ci fossero delle talpe che si spostano appena al di sotto. Si risiede pesantemente, e anche il legno grigio scuro del tavolo gli fa lo stesso effetto. Gli viene la nausea. Chiude gli occhi e respira lentamente e profondamente: inspiraaaa…… espiraaaa…… inspiraaaa…… espiraaaa…… La nausea se ne va e lui riapre gli occhi: tutto sembra ritornato alla normalità. Quegli strani effetti ottici e quelle vertigini probabilmente dovrebbero preoccuparlo più delle sparizioni, in fondo non si può escludere che siano sintomi di una qualche malattia dal nome lugubre. Ma le malattie dai nomi lugubri non solo non lo preoccupano, a volte le brama persino, cosa che forse non avrà mai il coraggio di confessare.
Si alza di nuovo e raggiunge la televisione, fa per buttare giù la paperella lì sopra e quella svanisce, poi fa lo stesso alle due paperelle lì vicino e ne svanisce solo una, l’altra lo farà chissaquando ma lo farà. Ritorna a sedersi, più tardi andrà a controllare che la vera paperella sia al suo posto, non può che essere così naturalmente ma la teoria non riesce mai a rassicurarlo quanto la pratica. Ora vuole prendersi del tempo per venire a capo della storia delle sparizioni. In tv c’è un vecchio video con una Anneke così giovane e bella, chissà adesso com’è (Leaves, si ricorda, è il video di Leaves). Lascia il volume a zero e pensa a Ilaria, come gli succede sempre quando pensa a una qualsiasi altra donna, perché Ilaria è… Ilaria, non può farci niente, rimarrà sempre un filo a collegarlo a lei nonostante tutto. Anche pensare al silenzio gliela ricorda, visto che la predilezione di Davide per il silenzio è stata uno dei motivi accessori per cui lei se n’è andata.
I primi a sparire erano stati i due peluches a forma di tucano che gli aveva regalato Ilaria: il giovedì sera della settimana precedente Davide si era buttato sul divano per rilassarsi un po’ e si era sùbito accorto che i tucani non c’erano. Nessuno a parte lui ha le chiavi di quella casa, perciò per prima cosa aveva provato a ricordare se li avesse spostati ma non gli risultava; comunque si era messo a cercare in giro, dapprima con una certa rilassatezza per poi a poco a poco giungere a livelli pericolosi di nervosismo e infine arrendersi abbracciato all’insensata speranza che “tanto prima o poi usciranno fuori!”. Da allora non li ha più rivisti. Poi aveva notato che fra le calamite attaccate allo sportello del frigo ne mancava una, quella che detesta e tiene lì solo per abitudine (e perché è un regalo): un Babbo Natale che brandisce una campanella e che in teoria dovrebbe lampeggiare in varie colorazioni ma non può farlo perché Davide gli ha tolto la batteria la prima volta che l’ha visto. Aveva pensato che fosse caduto, però da allora non l’ha più rivisto.
Quella stessa sera aveva visto per la prima volta la superficie dello sportello del frigo ondulare, e il giorno seguente erano comparse le prime due paperelle (rattristate) vicino al portaombrelli. Ora lo sportello del frigo è vuoto, e non è rimasto quasi più niente sopra i pensili della cucina, né sopra la libreria. Se da un certo punto di vista la cosa non gli dispiace è perché per lui la casa è solo una tana, perciò ogni oggetto non strettamente necessario gli sembra superfluo. D’altra parte Ilaria è di parere opposto, perciò quasi tutto ciò che è sparito è un suo acquisto, qualcosa che gliela ricorda.
L’unica spiegazione plausibile che aveva trovato per le sparizioni (dopo aver velocemente scartato i topi) era il sonnambulismo e per mettere alla prova quella teoria era ricorso a un vecchio trucco: la sera prima aveva cosparso di farina tutti i pavimenti della casa, andando a ritroso fino al proprio letto. Non era riuscito ad addormentarsi fino alle tre del mattino e quando si era svegliato tre ore dopo la sorpresa era stata amara: tutti i pavimenti erano puliti, e la farina era stata raccolta in un mucchio vicino all’ingresso. Inoltre dopo una breve perlustrazione si era accorto che da sopra la libreria era scomparso il Pinocchio ubriaco col boccale in mano. Se sono stati i topi vorrebbe proprio conoscerli. Ora, seduto lì e perso in sé, si rende conto di essere giunto a un punto in cui è costretto a ricorrere a un aiuto esterno ma sa già che farà di tutto per rimandare il più possibile un simile passo.
-Fanculo- esclama sbattendo il pugno sul tavolo, poi raddrizza la schiena, chiude gli occhi e percepisce il mal di testa che da un punto sùbito sopra la radice del naso ha cominciato a lanciare le sue ondate circolari.
Qui non c’è troppo poco ed è una gioia per gli occhi 🙂
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Eh grazieee, e non hai ancora visto tutto 😀 🙂
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Questa sera mi basta ed avanza. Avrò altre 3 sere per godermi le letture 🙂
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Non sere consecutive però -mica avrai pensato che io fossi umano, vero? 😛
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Brutto brutto brutto! 😛😛😛
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E non hai ancora visto niente! 😀
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Ah! Compiaciuto pure! 😛
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Non sta bene lo so. Allora non lusingarmi 😛
(Quello che non hai potuto notare -ma mo’ ci penso io- è la suspance che sta al di fuori del racconto: giovedì ho la prima dose del vaccino e se, mettiamo il caso, rientro in quello zerovirgola…. potreste non sapere mai come va a finire! BOUAH-AH-AH-AH-AH-AH! :d )
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nooooooooooooooooooooooooooooo, ma aspetta che terminino la sperimentazione farmaceutica più grande della storia (deresponsabilizzandoli con tanto di firmaaaaa). ok, ok, mi taccio, fammi sapere come va però 🙂
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Il pericolo è il mio mestiere 😀
Mi farò vivo -sempre se, ovviamente 😀
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vivoooooooooooooooo
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Brava, e continua a farlo, mi raccomando 🙂
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no io, te 🙂
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Ah. Ma anche te eh 🙂
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sì, grazie, faccio del mio meglio 😀
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Ottimo ottimo! 🙂
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sì, salto le auto che mi puntano, schivo crolli durante i terremoti, zigzago tra ordigni esplosi in città turistiche, cose così 🙂
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Alla faccia, vuoi rubarmi il mestiere? 😀
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fai la controfigura? 😀
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E secondo te ti assomiglierei abbastanza per poterlo fare? 😮
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non lo soooooooo. hai lunghi capelli scuri serpentosi e le basette lunghe lunghe bianche?
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Acqua proprio! 😀
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difficile…
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Sì ecco, costerei troppo di trucco per poterti fare da controfigura. Vorrà dire che troverò un altro posto, dove poter essere valorizzato nel modo giusto. Mmpf.
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😀 ma… ci sono moltissimi posti in cui succedono cose, tipo durante i saldi: lì è dura dura, anche a urlare “al topo” al cinema…
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Vero, me la caverò 🙂
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🙂
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Ma porca vacca ..sei incredibile. Sono a bocca aperta. Non so che dire ca@@o!
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Oook calma, non esageriamo. E soprattutto non censurarti 😀
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Esagero … Davvero, me lo sono bevuto in sorso… Sto brilla.
Non sempre mi controllo, alcune volte mi viene e altre no…boh!
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Beh, grazie, mi fa piacere, c’ho messo una vita a scriverlo… 🙂
Oh, come ti viene va bene
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Sarà pure una vita ma ne é valsa la pena…é da slurp
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Arigrazieee
Però adesso basta eh 🙂
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Vero .. sennò poi uno se abitua …
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Ecco ‘nfatti.
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Ma non te preoccupà…torno ad essere la solita stronza facilmente… 🤭🤣🤣🤣🤣
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Hai fatto bene a dirmelo, mi stavo davvero preoccupando! 😀
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Dura poco di solito… Tipo picco glicemico…
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Prendo quello che arriva eh 🙂
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fai bene!
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nè? 🙂
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eh?
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È bravo
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si molto….ma non lo potevi dire così …. sai che i miei neuroni so pochi e malandati!
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Te non farti problemi, io rispondo 😊
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😂😂😂😂😂
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😂😂😂
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Ma sei una 🐒
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😎😝
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Ti becchi questa, così, de botto,( apparentemente) senza un senso.
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Sai che non è così male? E non solo ha senso, mi sembra impossibile che tu potessi trovare una canzone più giusta di questa da lasciarmi qui ora. Quindi non posso non fare quello che avrei già dovuto fare -e mi spiace non averlo fatto, nonostante quello che sono comunque mi spiace-
Come va? La vita, i sogni, quello che vuoi -se vuoi
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Buongiorno Tucanino!
Son contenta che ti sia (quasi) piaciuta 😉
Ottimo pezzo, come sempre ma ti scarabocchierei il becco dal tempo che fai passare!!
Io? melacavo 🙂
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‘sera 🙂
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e cosa dovresti fare, di grazia?
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Chiederti come te la passi, avrei dovuto farlo già da un po’. Telacavi è un po’ sintetico, diciamo, suona bene quello sì 😉
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Potrei sostituire il “melacavo” con un più articolato ” non brillo ma non vado nemmeno ai fossi” 😀
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Già meglio 😛
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Oppure : sto in bilico ma non cado 🙂
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Conoscevo la versione “barcollo ma non mollo” 🙂
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Volendo anche “cammino ma non corro”
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Mi sa che ne hai un barattolo pieno eh 🙂
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Ne ho uno con un gatto nero disegnato sopra che non si chiude più 😉
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