Davide già dalla sera prima aveva avuto l’intenzione di far colazione dai suoi ma non lo aveva rivelato a Ilaria, per non farla sentire in obbligo di un risveglio la mattina presto; visto però che lei aprì gli occhi ben prima delle otto erano perfettamente in tempo per anticipare l’ora-spesa-della-domenica-mattina. Arrivarono davanti al cancelletto d’ingresso quando mancava ancora un quarto d’ora alle nove, dapprima rimproverati e poi riconosciuti dall’agitato volpino che ne era il poco credibile cerbero. Quell’intrusione festiva era rara, ma non abbastanza da fare un effetto “cosa c’è che non va?” su sua madre, che nel suo ruolo era quella che più probabilmente avrebbe potuto avvertire anche il più piccolo campanello d’allarme. Tutto si svolse ricalcando il solito copione, con Davide che si dedicava perlopiù a intrattenere il cane e Ilaria che assumeva il ruolo di coprotagonista della conversazione con la madre di lui (evitando attentamente di sconfinare anche solo minimamente nella politica), mentre suo padre si limitava quasi solo ad assentire con la testa. Ma sua madre era una donna che si accontentava di poco e le bastava rivedere suo figlio per illuminarsi in volto, probabilmente senza accorgersi di quanto fosse facile a notarsi; fu durante quella riunione che Davide decise di scrivere quella lettera che, insieme a quella rivolta a suo fratello (quella mattina non presente perchè rimasto a dormire nel letto della sua ragazza), avrebbe poi scatenato certe assurde teorie giornalistiche.
Il resto della mattinata la passò per l’appunto a redigere le due lettere. Si isolò nella sua camera e con notevole fatica, dopo due ore e mezza trascorse a percorrere nervosamente la stanza in lungo e in largo, a tratti sedendosi o sdraiandosi sul letto, per la maggior parte del tempo perso in sè stesso senza percepire niente dell’ambiente che lo circondava, riuscì a partorire due testi confusi e con periodi dalla costruzione sbilenca; era consapevole sia della modestia del risultato sia del fatto che non sarebbe stato in grado di migliorarlo nemmeno in un mese di sforzi. In seguito si riuscì a impedirne la pubblicazione anche solo parziale e le sole indiscrezioni che ne fuoriuscirono a tentare di placare gli appetiti dell’opinione pubblica riguardavano il tenore generale di autocommiserazione e soprattutto quella strana preveggenza che stuzzicò la morbosità generale dirigendola verso l’ipotesi di un rapporto deviato (fantasie che ispirarono in celebrati quanto famigerati letterati italiani quel grottesco spettacolo intitolato “Spezzami il cuore”).
Pranzarono senza entusiasmo, malamente illuminati dalla razione quotidiana di disgrazie servita loro dal telegiornale. Appena sparecchiato, seguendo una consolidata abitudine, Davide si lanciò in un’annoiato zapping senza speranza; fu colto di sorpresa quando lo vide, tanto che prima che il suo cervello riuscisse a registrarne la presenza il suo pollice l’aveva già portato avanti di due canali:
-ehi, c’è Edward!-
-ancora! non l’hai già visto abbastanza volte? e poi non ti fa bene… e mi ha stufato. senti, io vado a trovare Roberta, glielo avevo promesso, lo sai che partono domani, e poi così le parlo un po’…-
-allora mi fischieranno le orecchie… ma sì, vai tranquilla, io passo un po’ di tempo con Tim e i piatti li lavo io, poi toccherà a qualcuno che conosco fare il doppio turno…-
Quando Ilaria se ne fu andata, Davide si immerse completamente in “Edward Mani di Forbice”. In quel vecchio film Tim Burton stava praticamente parlando di lui: non era forse anch’egli un qualcosa che assomigliava esternamente a un essere umano senza però esserlo? Ok, non tutto combaciava, a Davide nessuno aveva mai detto “ti amo”, in compenso il finale in pratica descriveva ciò che sarebbe stata la sua vita dall’istante in cui avessero interrotto quella convivenza: lui nascosto al mondo, immutabile nella sua immaturità, che non avrebbe mai smesso di pensare a lei, lei che nella sua mente sarebbe apparsa sempre nel pieno della giovinezza. Tutto combaciava così perfettamente da provocargli ogni volta qualche lacrima tanto silenziosa quanto amara.
Sui titoli di coda spense il televisore e rimase da solo assieme a un silenzio che si divertiva a provocarlo con un ghigno agghiacciante. Non per la prima volta si ritrovò a immaginare come avrebbero parlato di lui dopo che fosse morto, e come e quanto in fretta avrebbero ripreso le loro esistenze. Tornato in sè da quelle fantasie si accorse di aver aperto il secondo cassetto della cucina e di aver impugnato un affilatissimo coltello da prosciutto. Osservò la propria immagine riflessa sulla lama sottile: quanto doloroso sarebbe potuto essere il taglio delle vene? Il suicidio era una soluzione da tenere in considerazione, forse un po’ teatrale, ma dava almeno l’impressione di essere una scelta d’orgoglio, uno sputo in faccia a quel maligno meccanismo avviato, beffa del destino, proprio dalla persona a cui teneva di più. Con il pollice sinistro tastò i rigonfiamenti delle vene nell’interno del polso destro, controllando il pulsare del suo sangue: il battito regolare lo indispettì, nemmeno pensare di uccidersi riusciva a farlo accelerare?
Le sue esitazioni furono troncate dal rumore della rientrante vecchia Golf che attraversava il cortile: subito ripose il coltello nel cassetto, richiuse quest’ultimo e aprì la Gazzetta su una pagina a caso per fingere un’occupazione nella norma. Ilaria entrò in casa:
-eccomi! ti saluta Roberta…-
-ah, ok…- abbassando lo sguardo: per l’ennesima volta si vergognò di non essere lui a mandare in giro saluti e valutò se non fosse il caso di sporcarsi ogni tanto le mani con un pizzico d’ipocrisia fingendo un interesse che non provava minimamente.
-sai, ha pensato di venire qui a parlarti…-
-cosa?- Davide pensò di essere impallidito. Ilaria non riuscì a rimanere seria nemmeno per tre secondi:
-ah ah, tranquillo, l’ho fermata, con tutte le premure e la delicatezza s’intende eh…-
-ah ok, grazie…- e si fece tutto rosso in faccia, per il sollievo e per la vergogna del sollievo. Bevve un lungo sorso d’acqua dal rubinetto prima di riuscire a porre una domanda: -ma scusa, davvero le hai detto tutto? e lei ci crede?-
-beh sì, se c’è una persona a cui posso dire tutto è lei, e se ci crede non lo so ma vedrai che ci crederà- Testimone, questa era la parola che spiccava nitida nella mente di llaria, qualcuno che l’avrebbe sostenuta nel difficile compito che l’avrebbe attesa di lì a poco. Mentre Davide stava riflettendo su ciò che le sue parole significavano, Ilaria gli strappò la Gazzetta dalle mani, la chiuse in malo modo e la gettò sul divano del salotto:
-invece di stare chiuso qui perchè non vieni a sederti fuori? guarda che giornata!-
Durante la bella stagione capitava che passassero del tempo sulla panchina di legno scuro appoggiata alla parete che dava sul cortile, quando gli impegni di Ilaria lo permettevano. Non che il panorama offrisse qualcosa di interessante, in compenso là dietro abbondavano pace e riservatezza: i campi che per un chilometro si frapponevano fra loro e le case più vicine erano nascosti dalle costruzioni fatiscenti che decenni addietro avevano ospitato maiali, conigli e galline, e dalla legnaia che avrebbe meritato anch’essa una sistemata; sia a destra che a sinistra i vicini erano tenuti a distanza da un campo incolto. Quindi l’unica distrazione la offrivano le varie bestiole (soprattutto uccelli) che attraversavano il cortile, che Ilaria identificava senza problemi mentre la memoria di Davide non riusciva proprio a intrappolarne i nomi (in questo senso sarebbe stato un pessimo Adamo…).
Stavano in silenzio già da un po’, lei appoggiata a lui che la teneva stretta a sè con un braccio attorno alle spalle, quando Ilaria, senza muoversi, gli chiese:
-credi che potrei pregare per te? …se mai riuscirò a credere in qualcosa, s’intende…-
-non credo che servirebbe, è quello che ho fatto io a contare… ma se vuoi farlo fallo, spero proprio che riuscirai a credere, davvero, non come ho fatto io, per dire: avrei dovuto convertirti ma se non riesco prima a convertire me stesso è difficile…-
Davide vide che stava piangendo quando le suonò il telefonino. Ilaria si alzò e si allontanò di qualche passo prima di rispondere con la voce rotta, anche se non aveva niente da nascondere: la chiamata era di Roberta, non riportava alcuna notizia e si risolse in meno di un minuto. Davide non poteva che rallegrarsi di quante persone avrebbero sorretto Ilaria al momento opportuno; invece Ilaria, che rispetto a lui era a conoscenza di qualcosa in più, aveva poco di cui rallegrarsi. Gli si risedette accanto e sembrava sul punto di dire qualcosa; Davide attese, pronto a fermarla se fosse stata in vena di confidenze inopportune, ma lei non riuscì a pronunciarsi o forse decise di rimandare tutto a uno dei “dopo” compresi fra quell’attimo e la fine sempre più vicina. Se ne uscì invece con un: -ma guarda che bella giornata…- sconsolato, con il quale intendeva sia sottolineare l’ironia del destino che offriva loro quello splendido sole mentre era in procinto di annientarli, sia (ma questo non poteva arrivare a Davide) rammaricarsi per essersi arresa ai clichè durante la stesura del maledetto racconto, nel quale durante il giorno fatidico si scatena un violento temporale. Davide rimase zitto, Ilaria gli chiese:
-mangi qualcosa?-
-no no, sono a posto-
Ilaria rientrò in casa e ne uscì un quarto d’ora più tardi, con in una mano un quadernetto e nell’altra una mela che porse a Davide, facendolo sorridere in risposta: quel gesto bastava a svelare il loro affiatamento, uno dei tesori che sarebbero andati persi a breve.
-è da un po’ che non facciamo una centrifuga…- che nel loro gergo stava a indicare un confronto di idee per sviluppare un racconto.
-in effetti… non so come hai fatto tutto ‘sto tempo senza il mio aiuto…-
Sempre piú triste.
Però Ilaria potrebbe in effetti scrivere un racconto in cui narra questa storia, spiegando che è solo una storia, per salvare Davide.
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Sarebbe una soluzione, se non fosse che il Risma dice che si avverano solo le tragedie… Mannaggia a lui…
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Lo scopo di Ilaria era confutare il Risma. Quale modo migliore per farlo?
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Il modo per confutarlo è scrivere un racconto tragico e osservare il suo non avverarsi, proprio come ha fatto lei. Ma se invece avesse ragione lui?
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Dipende cosa vuoi confutare e come.
Lui dice che solo le tragedie si avverano. Ilaria può dimostrare che anche le commedie invece sono realizzabili.
Ma ormai quel che è scritto è scritto.
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Sarebbe stato anche meno pericoloso, in effetti, ma lei ha preferito il metodo diretto. Ormai è troppo tardi, anche a scriverla in tutta fretta, e ammettendo che si realizzi, bisogna poi che ci sia il tempo perchè si avveri…
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Giusto!
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Davide Adamo e Ilaria Eva e la mela…tutto il mondo viene da quei due…
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Se per caso tu avessi una minima stima di me, ti smentisco subito: non solo non era mia intenzione richiamare A. e E. , ma nemmeno mi sono accorto di averlo fatto! :O
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Non mi riferivo a A. e E. Ma ad Adamo original…che hai citato espressamente nel post…o te lo sei dimenticato? 😂
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Tutto per la fretta, ma metti i veri Adamo e Eva nel mio commento, il senso è quello. Mi ricordo di aver citato Adamo (sarò rincoglionito, ok, ma fino a un certo punto… 😀 ), e capisco che c’è una mela di mezzo, ma ti giuro che non l’ho fatto apposta… Anche perchè Davide+Ilaria è una coppia sterile, direi, anzi nemmeno è una coppia…
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Figurati se i due originari lo erano, una coppia 😂 Cmq capisco…e non stento a crederlo, Quei due nascondono sicuramente segreti ma non di certo paradisiaci temo…vedremo nelle prox puntate 😉
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Vedremo vedremo… (Mi volto a guardare nella carrozza che sto guidando: avrei giurato che a questo punto l’avrei trovata vuota, invece qualche coraggioso ancora resiste. Incredibile!)
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io non riesco mai a leggere ‘sti post chilometrici…ma mi fido. Sarà sicuramente bello.
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Sono lusingato (e stupito) dalla tua fiducia… Chilometrico questo? Vedrai quando ne arriverà uno davvero lungo… Che poi dovresti ricordarlo, è quello che già a suo tempo mi avevi promesso di leggere… Invece… 😦
Ma è tutto ok, è più colpa mia che tua 😉
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… È bello… Triste ma bello… C’è malinconia ma c’è un mmmmm che mi fa sperare in un finale non proprio tragico… O sono solo io che lo vorrei… Mmmm….
Comunque “clap clap” 🙂
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Non dico niente, se non che ci sono indizi chiari, forse anche troppo (dopotutto mica è un giallo…)
Comunque grazie 🙂
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Comunque prego 🙂
no, non dire nulla… lascia la sorpresa che è una meraviglia..
( e in questo capitolo ci sono dei bei colori…)
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Non aggiungo altro, però ti garantisco che gli indizi sono belli grossi…
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Mi dispiace… Son tontolona… Lo rileggerò con calma allora…
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Dovrei darti un premio solo per aver letto fin qui, e tu vorresti addirittura rileggerlo? :O
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Facile vincere quando si fa qualcosa di piacevole! È come ricevere un premio ad ogni dolce che mangio… 😀
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Troppobbuona, davvero… Siete più di quanto mi aspettassi a questo punto :O
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Siamo in tanti a dire che sei bravo… O siamo tante in questa testa?… No perché son corrette entrambe le affermazioni…
😀
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Entrambe le affermazioni sono sconcertanti… 😀
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E somma le persone che dicono che sei bravo e conta le come ” multipla”… Mi sa che sei proprio bravo 😉
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Quindi ogni testa contiene moltitudini? Forse lo dici per convincerti di non essere stravagante… eheheh 😀
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Nono…. Parlavo proprio solo per me… Gli altri non so… 😉
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Cioè, se il tempo dovesse farsi brutto vorrebbe dire che la tragedia si sta avvicinando…. brrrrr
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Sì, quello è il clichè che mi ricordo io… Ma dobbiamo credere ai clichè? 😉
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Sono d’accordo con Ysingrinus e Tati, sta diventando triste…
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Chi mi conosce avrebbe potuto facilmente immaginarlo… Ma nella prossima parte c’è un intermezzo (anche se in realtà è un assassinio… ma senza spargimenti di sangue)
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Quel che si sente è che sei triste anche tu per come va la storia… Perché anticipi? Non dire altro!
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Anticipo il giusto… Non credo proprio che tu possa immaginare cosa intendo per assassinio… 😉
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Anche se siamo portati ad interpretazioni ovvie, di ovvio nei tuoi testi c’è poco 😀 Quindi mi aspetto di tutto…
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In realtà sto cercando di mandarti in confusione e forse dovrò comunque spiegarti io cosa intendevo, ma non è detto dài… Vedremo 🙂
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Perché tu riesca a confondermi dovrei pensare… 😀 Penserò solo quando leggerò! 😉
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Ah beate voi donne che potete fare più cose contemporaneamente!
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Anche voi uomini ve la cavate bene… 😉
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Ma dici anch’io? Farò delle prove, vuoi vedere che finora mi sono sottovalutato? :O
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Sicuramente scoprirai cose incredibili di te stesso…
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Non ci saranno anche cose che sarebbe meglio tenere coperte, voglio sperare!
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Sei pudico?
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Mmm direi di sì
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Basta non dire a nessuno ciò che scopri… 😉
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Ma quello che scopri non puoi più fingere che non ci sia
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Non ho detto di fingere che non ci sia, ma solo di non rivelare…
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Va bene, ma scoprire cose brutte non è un bel passatempo…
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Perché le scoperte devono per forza essere brutte?
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Non per forza, no, ma ci sono pochi santi, gli altri qualcosa di brutto ce l’hanno…
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Abbiamo tutti bello e brutto, anche chi ci appare bellissimo ha tanto da celare. Il brutto è un ingrediente del bello, c’è sempre…
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Ma insisto: se non lo guardo è meglio 😉
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E allora non guardarlo, lo faccio io per te… e poi ti dirò…
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!
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Cioè?
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(Ok, fallo e vediamo che succede)!
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Bene! Vedremo… 😉
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Quando Davide ha preso in mano il coltello ho temuto che facesse la fine dei miei beniamini Babà & c…
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Timori infondati! 😀
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Ho pubblicato il tuo racconto 🙂
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Ho visto ho visto 😉
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